Sei qui: Gourmettoria Il viaggio da Tokyo a Bologna, Sentaku e quel Ramen da capitale | Sentaku Ramen Bar
un'idea di: Marco Salicini
Potremmo essere a Londra a Berlino a Parigi o nelle grandi metropoli del mondo. Da anni il fenomeno del ramen è esponenziale. In Italia li contiamo sulle dita di una mano (Milano, Firenze e Roma su tutti). Invece siamo nel centro bolognese ed è una gran bella notizia, oltre che un’inebriante novità sapere che in città c’è anche chi investe sulla ristorazione con un bel credo e volenterosa progettualità, senza accomodarsi a quella che oramai è una tendenza rischiosissima senza freni e con pochissima inventiva. Ben venga chi rimane fedele alla tradizione e decide di rappresentarla in maniera sana e consapevole (ce n’è sempre bisogno) ma resta altrettanto significativo il gap da colmare con molte città europee. Bologna non è una metropoli e non dev’essere paragonata ad essa ma allo stesso tempo evidenzia un incremento turistico significativo probabilmente maggiore rispetto ad altre città centro-nord europee che dispongono di tutta un’altra etica, innovazione e coraggio nella differenziazione dell’offerta.
I volti della nuova ramen house bolognese sono Lorenzo Costa (di Oltre), Dario Chan (imprenditore di successo nella ristorazione) ed Alessandro Musiani (Dinner, Please!). Lorenzo ama viaggiare, conoscere, portare a casa, selezionare e fare sue molte ispirazioni che calcano le fisionomie avanguardistiche ed esterofile. Lo si percepisce fin dai primi impatti manifestati dai suoi locali : varchi la soglia e potresti essere in qualsiasi altra grande metropoli, esci e ti ritrovi nel centro bolognese. Proprio da Oltre qualche inverno fa, nacque il ramen a Bologna : brodo di cappone, zuppa imperiale, mortadella, Parmigiano Reggiano 16 mesi, spinaci, porro, fagiolini e lambrusco. Quanto territorio negli ingredienti, quanta goduria apprezzata e riconosciuta universalmente nel palato di tutti attraggono due mondi, quello orientale e quello petroniano. Aprì poco dopo il primo Sentaku in via Collegio di Spagna, un esperimento per capire se la nostra città fosse pronta, se la coraggiosissima idea fosse un azzardo o meno. Ne è seguito un engagement pazzesco, con file pazienti di giovani e non solo pronti a sedersi nei pochi sgabelli del primo ramen bar bolognese, dalle sembianze stilisticamente grezze che caratterizzano le patrie del ramen oltreoceano. Dopo mesi di lavoro e attese burocratiche in via delle Lame 47 (angolo via Riva Reno) arrivano i coperti in più e un locale molto più scenico e suggestivo. Il primogenito di Collegio di Spagna esiste eccome, ora propone i mitici e saporitissimi gyoza (raviolini giapponesi) alla piastra ripieni di carne e verdure e ulteriori snack e tipicità esclusive (bao, onigiri e non solo).
Cromatismi in chiaro scuro, ampia cucina a vista con bancone e comodi sgabelli, luminosità soffusa ma al contempo viva, playlist musicale elettrizzante che spazia dall’hip hop al Sol Levante, uno schermo in toilette che proietta la frenetica quotidianità entico urbanistica giapponese. L’autore del menù è il cuoco Marco Munari che dopo essersi fatto le ossa a suon di Ramen a Londra ha affinato in Estate i suoi piatti grazie alle prestigiose e itineranti esperienze giapponesi. Sceglie le ricette e gli ingredienti più autentici, manovra attrezzature moderne (alcune direttamente made in Japan ) assemblandole al diktat che Lorenzo importa da Oltre (le uova provengono da Quarto Inferiore, le verdure e il maiale dai nostri contadini e allevatori) seguendo la sua fedele selezione per una materia prima di qualità. Le ciotole di Ramen oggi presentano un prodotto finito : un insieme caldo e fumante di sapidità e piena intensità racchiuso in un grande equilibrio con un finale da apoteosi garantito da un brodo fortemente godurioso e saporito ideale per una città come Bologna - innamorata da sempre e per sempre del brodo -. Piatti ricchissimi, in cui i noodles (prodotti da un laboratorio di pasta fresca giapponese per garantirne la giusta consistenza spessa ) non vengono sommersi dal diluvio di saporosità ma allietano i morsi focosi e famelici della masticazione. La pancia di maiale arrosto a bassa temperatura è di una morbidezza corroborante, s’intinge nel voluttuoso blend succoso e non è moralmente concesso lasciare tracce. All’iconico Hakata Tonkotsu nel foglietto del menù da spuntare e consegnare alla brigata segue il Kinoko Paitan ( funghi freschi, germogli, spinaci, cippollotto, uovo, tofu fritto), lo Shoyu Toriniku ( pollo, foglie di senape, cippollotto, bamboo marinato, uovo) e lo Shio Chasu ( pancia di maiale, senape, bamboo marinato, uovo, cippollotto).
Altre lipidiche ricette dagli snack : il Karage Double – dip è il pollo fritto marinato per cinque, sei ore con zenzero, sake e daikon grattugiato da pucciare nella maionese allo yuzu ( goliardica carnosità e bell’acidità), i gyoza di carne di maiale fritti con cavolo, aglio e salsa ponzu e le buonissime Sweet&Spicy ( costoline di maiale fritte, salsa agro piccante, sesamo e cippollotti) dagli effetti agrodolci con gradualità piccanti e persistenti. Ci si disseta con la Sapporo e la Kirin Ichiban o con le detergenze dei saké ( hasumi, ginpa junmai, densho honjozo).
E’ un ramen che lega due tradizioni e i piaceri di più generazioni, dalla gustosità satanica, dallo spirito giovane e appassionato. Una testimonianza avviene già dalle primissime code che a pranzo e a cena vengono attratte all’ingresso di un locale che è già un’icona prima ancora di esser mai passato come una tendenza.
SENTAKU RAMEN BAR
Via Lame 47, Bologna
0514982544
Chiuso il Lunedi e il Martedi a pranzo, non accetta prenotazioni.