L’inno alla tradizione. All’Osteria Bottega nella storica, antica e vissutissima via Santa Caterina va in scena il piacere della gastronomia bolognese all’ennesima potenza e alla massima espressione. Nella città in cui tutti ci provano, Daniele Minarelli grande oste ed interprete della ristorazione, ci riesce con meritato successo da anni. Una delle tavole più apprezzate della regione e premiate con gli inamovibili tre gamberi dal Gambero Rosso, punto di riferimento per tutti : bolognesi, turisti, gastronauti, ispettori. Il fascino universale irradia il godimento extrasensoriale, affettivo, evocativo trovando il proprio equilibrio nel godimento smisurato ma cosciente di quanto è beatamente reale tale concretezza.
Il pathos vivo e sincero dell’osteria culla e dirige la convivialità : si ammirano i tratti caratteristici di Bologna a tavola, s’assapora lentamente, si scambiano chiacchiere e si strappano sorrisi con i “vicini” commensali. Il sorriso, la premura, l’affetto e la professionalità del “Dandy” Minarelli (etichetta che incalza quando la Michelin premiò il suo locale a Minerbio) capace di quadruplicarsi consigliando, descrivendo e coinvolgendo i propri commensali lungo un tragitto che materializza il dna aulico del nostro territorio, dei nostri ricettari e della nostra tradizione. E’ una sala che Daniele sa divertire, emozionare, rilassare e perfino fonizzare. Mustapha Benanane perennemente, indossa le vesti di uomo di sala con rara professionalità, precisione e impeccabilità mantenendo elevata la caratura del suo ruolo. Mai una sfoglina è stata così graziosa con un lungo vestito di seta e chiffon addosso, perfino la cantina inorgoglisce i calici di riempirsi delle etichette nostrane, stringendo un legame autentico con la cucina. Immensa e raggiante la materica fonte delle eccellenze che persuadono olfatto e salivazione. Sciamanici i profumi del cotechino artigianale, della giardiniera freschissima, di intingoli, ortaggi e verdure cotti con rispetto ed energia.
Commovente la qualità virtuosa dei salumi e dei formaggi che all’Osteria Bottega recitano un ruolo da protagonisti : la spudorata scioltezza della mortadella Felsineo dalla formidabile digeribilità (che arricchisce il ripieno del tortellino), l’irresistibile salsiccia cruda al Pepe Nero, la spalla cotta di maiale nero al profumo di camino, il lardo di mora romagnola stagionato in conca, il culatello di Zibello e il crudo di Parma 36 mesi affettati magistralmente e la folgorante e mascolina sapidità dei ciccioli pressati nel torchio in legno. L’enciclopedico albo d’oro si replica anche nei latticini, addentando nella complessa riflessione sulla scelta, la ruvida e campanilista crosta del pane con lo strutto. Le papille gustative irradiano l’animo edule e voluttuoso con l’arrivo dei primi piatti. Miracolosa la tagliatella, bianca al culatello o tradizionale allappata da un ragù di intensa carnosità e caratura. La consistenza della sfoglia è ruvida al punto giusto, irrintracciabile la benché minima traccia di untuosità : è un preponderante e ininterrotto ritmo famelico e ingurgitante quello adottato dalla masticazione, sollecitata da una solidità corroborante. Scibile e allietante il profumo del doppio brodo dei tortellini, i tortelli di zucca, gli strichetti con fegatini, porro e salvia, la gramigna con ragù di salsiccia bianca e cardi e le lasagne sono altri capolavori, nei quali il palato identifica appieno la virtù saporosa di ogni singolo ingrediente affiorato da un unicum mozzafiato.
Il fautore di questa armonia di gusto e odori è il giovane chef Fabrizio Monti : nei secondi piatti i fondi, i condimenti e i contorni scintillano con funzionalità sulle carni. Dalla freschezza del bollito, alla purezza della spalla d’agnello passando tra l’euforico sciabordio delle animelle di vitello rosolate, la succulenza del maialino di mora romagnola e infine l’espressione antica e nostalgica della faraona arrosto, da piluccare senza vergogna. Altra opera monumentale la cotoletta alla bolognese, rientrando nell’indice della qualità quando la potenza del Parmigiano Reggiano, del prosciutto e del brodo uniformano una glassa incomparabile nella distesa su una panatura che protegge l’osso con precaria maternità. Poi c’è la bontà addizionata delle patate e del puré.
Ghiottonerie nei dolci : la corposità della crema e la giusta puntualità dell’alchermes fanno la differenza per slanciare la zuppa inglese, goloso ma forse fin troppo soffice il tortino al cioccolato con gelato di crema e amarene fabbri. La pinza con la mostarda e la torta di riso e le ottime grappe concludono un viaggio irrinunciabile nella bolgia dei peccati di gola.
ALL'OSTERIA BOTTEGA
Via Santa Caterina 51, Bologna
051585111