Sei qui: Gourmettoria Dalla tradizione allo spasso enologico, il godimento va a 100mila Watt | Nuova Roma
un'idea di: Marco Salicini
Capita di affezionarsi a certe tavole, non avviene casualmente, merito dell’empatia, dell’identità, dell’atmosfera, della capacità del servizio che tanto fa rima con professionalità. Il Nuova Roma a Sasso Marconi, di affezionati ne ha parecchi, alcuni di essi non risiedono nemmeno tra le mura bolognesi ma non appena si ritrovano in viaggio per un capoluogo che geograficamente fa ponte, la prendono larga per tornare a stare bene nella storica trattoria che la famiglia Nanni gestisce da quattro generazioni. Siamo nell’indice dei nostri appennini, del clima di campagna, scaldati da un’atmosfera rustica, apparentemente vintage ma che con un buon gusto per la disposizione dell’arredo in sala, risulta viva e confortevole. Con il fiorire della bella stagione, si esce in giardino respirando a polmoni aperti sotto il fresco della rupe, tra quelle colline e quei sentieri che lasciano sbizzarrire i ciclisti. Le soste veloci al Nuova Roma non me le concedo mai, i tavoli di Omar Amici, simpatico, ospitale ed entusiasta maitre e sommelier del locale si occupano volentieri a lungo e non è di certo per qualche intoppo; il servizio (lo stesso oramai da qualche annetto) ci mette la stessa dedizione del primo giorno.
Rivelazione, l'olio extravergine di oliva San Chierlo Az.Agr "Iuliano & Venturi" di Monte San Pietro
C’è un menù vigoroso su troppi piatti che impegna il fattore decisionale sempre a lungo e poi non parliamo della carta dei vini, ricca e scintillante con listini da occasionissima : belle annate, grandi etichette con un input sulle bollicine parecchio stimolante. Ai fornelli della cucina, la fortuna la fanno le donne, capitanate da Patrizia Nanni, per tutti “la zia” che assieme al suo team intoccabile (Enza, Elvina, Cristina) mettono la firma su una vera e propria bolgia dei piaceri.
Gli incisi del menù segnano una cucina popolare, di tradizione, con prodotti e specialità stagionali in arrivo esclusivamente da aziende, allevatori, caseifici, pasticceri e fornitori di provincia. Le preparazioni, le cotture e la conoscenza pratica, sincera e didascalica espresse dalla cucina arrivano in maniera direttissima : le gustosità dei piatti attraverso l’alchimia di gusto, assaporazione e masticazione trasportano alla continua percezione del ricordo, tra solidità e autenticità, concretezza, trasparenza e appagamento. Una lode riscontrata in tutti i piatti è quel finale pulito che permane al palato, raro da percepire dopo aver elettrizzato e viziato la papilla. La frittura croccante dei crostini di polenta con squacquerone, pancetta arrotolata (di Franceschini), funghi, la doppia consistenza della crescentina (prima la leggerezza setosa e poi l’affondo morbido e panoso derivato da un’esperta e materna manualità) con l’intensità favolosa dei 30 mesi del Langhirano di Tanari. Ci si potrebbe fermare già qui, alla “lunga vita alle crescentine” ma sarebbe come entrare a Las Vegas senza portafoglio.
Mitologica e imprescindibile la brace, fucina del ripieno proteico : succulenti filetti, salsicce, castrato e fiorentine di razza bovina Romagnola dall’ematica succosità, innescano una masticazione maschia, virile e pantagruelica, “la ciccia” s’apprezza nella sua muscolosità e pienezza, si sfoga la mandibola, impazza la salivazione d'innanzi a tanta scarica sanguigna. Gli umori della brace giocano altresì un fil rouge con la tradizione : la streia (sfoglia di pasta con olio e sale) con la mortadella (artigianale di Scapin) è un antico ricordo di ciò che i fornai in queste campagne testavano per la temperatura, i fegatelli di maiale nella rete con il friggione sono un altro protagonista “ruvido” del trend lipidico.
E l’andirivieni della pulizia è una caratteristica prolifica della sensatezza che assume la grassezza : il brodo dei tortellini (manzo e gallina) o della zuppa imperiale ha un’intensità disarmante ma nei primi piatti, su cui rinunciare è impossibile, c’è sempre la medesima traccia. Il blend del ragù di prosciutto a percuotere la bella consistenza delle tagliatelle, l’allappante gramigna di pasta fresca con ragù di salsiccia, le pappardelle al ragù di lepre, i tortelloni ai funghi : paste cotte benissimo perché ricordiamoci che la pasta bisogna anche saperla cuocere. Funghi e tartufi onnipresenti nella loro fierezza e virtuosità durante il proprio flusso naturale, per i patologici la cotoletta alla bolognese rientra tranquillamente nella rosa delle migliori.
Sul finale regna la memorabile panna cotta, interessante la ricetta della torta di riso, piacevoli i semifreddi ma soprattutto si celebra volentieri il convivio a tavola, tra una grappa in più e la solerte attenzione di Omar. Si chiama “effetto-affetto” più che un desiderio del commensale a fissare un’altra prenotazione.
NUOVA ROMA
Via Olivetta 87, Sasso Marconi (BO)
0516760140