Sei qui: Gourmettoria Il candore di Guido, il recupero e la valorizzazione all'apice dell'Adriatico | Ristorante Guido
un'idea di: Marco Salicini
E’ la stella polare del lungomare riminese e volendo potremmo estendere il raggio d’azione fino a Cattolica. Non è una rassicurazione derivata dalla solidissima Stella Michelin, targhetta che resta tutt’altro che scontata, ma dalla serietà e dalla possente identità che ha contraddistinto la nascita e l’evoluzione di Guido. Guido e Abocar le due note liete premiate dalla rossa nel litorale, accomunate, seppur con due regimi stilistici differenti, da un’etica e da un’indipendenza da lodare, d’innanzi a una schiera di ristoratori ingarbugliati con l’affluenza turistica, dispersi dal rintracciare guizzi di creatività spesso confusi o da valorizzare la materia prima locale, che quando presenzia viene massificata e trascurata con inerzia. Guido nasce nel ’46 da un capanno sulla sabbia, dove il pioniere Guido Guiducci cucinava il pescato locale tra l’ardore verace della carbonella. Sviluppando una possanza autoctona nell’espressione della materica e assestando l’asse temporale tra gli indimenticati ricordi radicati nel passato e una padronanza dell’attualità retta e indissolubile, Gianluca e Gianpaolo Raschi hanno rigenerato l’Adriatico, portando all’apice la sua fierezza popolare coniugandola con appropriata fantasia.
Generosa e sovrastante freschezza, radiosa e graduale saporosità, superlativa scelta e selezione per la materia prima, esclusivamente del territorio, eccezion fatta per il paragrafo dedito all’ostricoltura persuasivamente rivolto sulle perle d’oltralpe. Le splendide vetrate, il silenzio in sala, il temperamento minimalista indossato dal personale in comunione con l’atmosfera genera rilassatezza e armoniosa intimità. Il menù è un' autorevole rispolverata per mente e palato dell’essenza dell’Adriatico, un indice semplice e toponomastico che con fierezza eleva il territorio ( non solo pesci ma anche frutta e verdura per gonfiare il polmone verde della Romagna ) nella costante sequenza di aromaticità marinaresca accarezzata da cotture campaniliste e nuances evolute. Di rimarchevole bontà e fragranza il pane, preparato quotidianamente con lievito madre, grissini e cracker di piadina servito in simbiosi ad un ouverture che rasserena la naturalezza del territorio, puntellandone le proprietà grazie ad accattivanti approvvigionamenti : chips di tapioca, lattuga di mare, baccalà mantecato, la frittella di rosole, la coda di rospo e la giardiniera artigianale ( gradevole acidità ) anticipano l’emblematico cappuccino di seppia ( brodo di seppia tostata in tazzina, ricoperto da uno strato di crema bianca di seppia bollita e la spolverata del suo nero ) divertimento e piacere, memorie dei baffi bianchi da schiuma al bar, consistenza e finale profondo ad avvolgere gli umori salmastri.
Nel naufragar m’è dolce in questo mare, i classici ( 85,00), le nuove idee ( 100, 00 ) e la possibilità intelligente di comporre un menù degustazione personalizzato . Nei classici in cui vibra appieno il pensiero dei Raschi Bros, la prima sferzata di ossidazione giunge dalla trasparenza del crudo di cefalo, puro, minerale, muscolare da miscelare ricavandone un blend agrodolce, affumicato, fugacemente piccante. La seppia tenera e squacquerone, interpreta un tagliolino da mantecare con la dinamica dolcezza del formaggio riminese, candida bellezza in total white, tenerezza e delicatezza permanente. Effluvi selvatici, impeti veraci, ittici e marinareschi ripresi da tonalità agili, fragranti, salubri fautori di una predominante leggerezza denotano tutti i piatti. Il guazzetto nella polposa cannocchia si ricorda il gratin (sgusciata al vapore con olio al prezzemolo), nel Calamaro, il fritto acido , assimilati da una delicatezza formidabile, perpetua, allappante.
Rasenta la perfezione la cottura dello spaghetto alle ostriche, lievemente burroso e agrumato, voluttuoso e allietante per la masticazione. Graffiante ematicità nella triglia cotta al testo, imbrunita da una nappatura sugosa per confrontare la morbida e agevole grassezza, in un passaggio in cottura dinamico ed elettrizzante.
Apoteosi tra i dolci : il pre-dessert con granita al caffè, cacao su crema all’arancia e finocchio candito è un sunto del fulgido contrasto che confronta le temperature; effemminante la strampalata dolcezza della cassata 2.0 : semifreddo di ricotta, pasta di mandorle e crema di pistacchi, un avvincente rivisitazione in cui predomina ancora una volta la freschezza, cagliata e la squisitezza avvolgente, cremosa. Sontuosa la carta dei vini, eccelsa la nuova classicità che dal 2002 Guido ha intrapreso sul lungomare riminese, rievocando la tradizione, elevando la materia prima attraverso un’espressione che ne esercita la qualità con una supervisione pindarica sulla poliedricità gustativa.
RISTORANTE GUIDO
Lungomare Spadazzi 12, Miramare di Rimini ( RN )
0541374612