Sei qui: Gourmettoria Il poldino, la tagliatella e quella panna cotta da applausi, la formula di Casamerlò per sentirsi a casa | Casamerlò
un'idea di: Marco Salicini
Il profumo atavico del brodo e del ragù, il rumore dei mestoli, il grembiule macchiato di sugo, la scarpetta e le dita sul piatto. Dario Picchiotti apre le segrete delle memorie olfattive-gustative rigenerando quegli stimoli legati all’amore per la cucina di casa. Casamerlò nasce con l’obiettivo di ricreare una cucina di mani e d’amore, dalla lettura istantanea, dai connotati vispi, schietti e immediati “accomodando” il bolognese in un momento di benessere giocondo e familiare. Riparte da qui la storia di un locale che una corposa ed affezionatissima clientela frequentava con il piacere di sedersi a tavola e che oggi trova aperto anche a pranzo e finalmente alla domenica, nel vivace tourbillon del centro storico cittadino.
( Le polpette di bollito in umido, il poldino)
Lo chef che a Sacerno propone una delle cucine più illuminanti del territorio, esaltando la qualità della materia ittica attraverso tecniche progredite contemplate da una personalità altisonante, abbraccia con entusiasmo le due torri assieme all’amico e socio Francesco Tonelli (reduce dalle esperienze tra sala e cucina all’Osteria Fontana e all’Antica Trattoria del Reno). Ai fornelli Enrico Amadori e Lorenzo Isidoro replicano i tratti di Picchiotti, generando divertimento, pressure e galvanizzazione dei sapori, bilanciando ed educando i condimenti a vantaggio di una loquace complicità tra l’appagamento e la digeribilità. Tre differenti percorsi a scelta dalla carta delle vivande : “Amo Bologna” con i piatti petroniani più pulp ed evocativi, “Quello che piace a noi” per raccontare con fantasia, ironia e ficcante golosità l’hype anni 80 e alcune pietanze contadine e “Da Sacerno” tra scampetti crudi, strozzapreti alle vongole, seppie in umido e fritto misto. Si parte con le tenerissime polpette di bollito in umido dalla sugosità fedelissima ai capolavori più sprint della nonna e all’avvincente ideale di street food bolognese, il poldino già fenomeno virale nel network dei commensali : hamburger di ripieno dei tortellini, salsa verde, friggione, mattatore di morsi concatenanti, ingordi e senza pudore. Ammirevole l’alchimia tra gli ingredienti, la sintassi della grassezza e l’impavido controllo calorico di un panino pantagruelico.
(Tortellini, Ruote alla vodka, Tagliatelle al ragù, Tagliatelle all'ortica)
Si torna bambini riapprovvigionandosi di una coscienza dimenticata nei ricordi, immergendosi nella bolgia delle ghiottonerie delle ruote alla vodka, dei tortellini alla panna, su cui in cottura va premiato il lavoro svolto per controllare il concentrato e la “profondità” della panna con un passaggio preventivato in brodo e le tagliatelle al ragù e all’ortica con prosciutto e friggione contraddistinte da un’ottima estensione manuale della sfoglia fresca per cui ne apprezzo la misura e l’agevolezza che ne deriva nella conciliazione con gli intingoli. La comfort zone persiste nei secondi accompagnati da contorni rotondi e di sostanza come il puré, le patate al forno con strutto e salvia, il friggione.
( La cotoletta alla bolognese e le patate del casamerlo, pollo arrosto e burré, le costine)
La robusta cotoletta alla bolognese (di vitello dalla coda riccia) è la sinossi degli ingredienti : ottimo equilibrio della sapidità, panatura allacciata con l’osso da piluccare, consistenza ben umettata. Beatamente formoso e succulento il pollo arrosto che dalla pelle alla vigorosa carnosità, racchiude tutto il buono della padella, andandosi a irrorare nell’opulento burré. Rinvigorisce leggere in carta anche un ossobuco preparato in bella maniera, gli zucchetti ripieni e la trippa in umido alla bolognese e le costine “virili” si cospargono con una salsa alla senape (e sulle salse di Picchiotti, si gongola parecchio).
(L'ossobuco, gli zucchetti ripieni, la crema fritta)
Impensabile non arrivare pronti ai “dolci, e che dolci”, davvero da cardiopalma. La panna cotta è un timbro indelebile per la memoria : bontà e freschezza titaniche al primo assaggio e un finale leggero quasi ultraterreno. La montatura autoctona dei gelati crema e fiordilatte persuade la papilla grazie ad una consistenza nuvolosa e infine il croccante calore della crema fritta o la frolla fragrante della lemon tarte con meringa bruciata e lamponi. Sui vini, si alternano nuovi ingressi interessanti, la sala invece ha mantenuto un dna rustico predominato dal legno ma l’occhio ricade sui quadri d’impatto provenienti direttamente dalla Galleria Forni.
(La panna cotta tra le migliori mai assaggiate, il gelato alla crema, la lemon tarte)
CASAMERLO'
Via de Gombruti 2/c
051239645