Immedesimarsi e accorparsi alla terra e alla natura, sentirne vibrare le movenze, i profumi, i sapori di stagione. L’Agriturismo La Roverella, accogliente struttura casalinga circondata dalle vigne di Maria Bortolotti è l’emisfero ideale che Alessandro Atzori, chef sardo classe 1988, finalmente ha trovato raggiungendo probabilmente il passo definitivo del suo credo. Dopo varie ed eclettiche esperienze passate prima a Lussemburgo e successivamente ai Sette Tavoli, all’Aquila Nera, all’Osteria di Porta Castello e nell’hotellerie locale tra l’Hotel Cosmopolitan e Palazzo Albergati assieme ad Annalisa Lobosco, simpaticissima e premurosa padrona di casa si è recentemente spostato dal Terracotta (ex Anice Stellato) per comunicare un orientamento a contatto diretto con la natura. Il foraging sulla materia prima è esposto in maniera meticolosa e quasi ossessiva, rintracciando e ricavando il dna del terroir rispettando il ciclo di vita del prodotto che sul piatto arriva chiaro, sgranato, adamitico in un menù unico che varia a seconda del contributo climatico e naturale. Una vision prettamente biologica, indipendente e schiva dalle tendenze, minimalista ed essenziale, artigianale seguendo un fil rouge venerante su ogni risorsa alimentare, rispettata fino allo stremo attraverso fermentazioni, essiccazioni a favore dell’anti spreco. Lo si evince dal benvenuto, un involtino di trota salmonata miratamente selezionata ( siamo vicini a Corno alle Scale ), salata e proteica come un salume avvolta dall’acidità della mela verde o dal buon burro che avvolge il radicchio saltato. Il pane fatto in casa e ben lievitato arriva sempre caldo ed è prontamente riservito. Un senso di armonia e linearità rassicurante senza particolari sussulti emozionanti, supervisiona i porcini crudi, parmigiano, bucce di patate  muovendo l’autunno in un piatto metaforicamente secco, astringente, croccante e autenticamente consistente che offre particolarmente piacere nella cottura impeccabile degli gnocchi di patate e porcini, quest’ultimi davvero strampalati e ripassati appena con un ottimo olio. Melmoso, intenso e corroborante lo stampo di brasato di faraona recintato da una striscia di cicoria su cui è scappato un po’ di sale. Viene servito su belle ceramiche d’artigianato a temperatura mite il flan di broccoli, tuorli cremosi, cipollotto immagazzinando con calibro, i condimenti. Se è centrato il “pulisci bocca” a base di pesche sciroppate e kombucha, da rivedere il dessert finale : mostarda, crumble di frolla, parmigiano stagionatura 30mesi e aceto balsamico in cui la nota dolce è fin troppo oscurata lasciando penetrare in bocca una sapidità che a fine pasto, discorda e appesantisce l’andamento di tutte le portate precedenti. Sentori che in parte si ritrovano nella piccola pasticceria : il lampone fa da oncia per l’aceto e il pane raffermo con burro e saba, richiama ancora una volta i tempi di recupero da merenda del vignaiolo già emancipati dal dessert, scivolando un po’ troppo nell’epanadiplosi. Peccato per l’aggiunta di tartufo bianco di stagione, inavvertita all’olfatto e al palato. Interessante, approvata e davvero ben assemblata la carta dei vini che oltre alla bella proposta in caraffa e alla selezione “in casa” dei vini dell’azienda bortolotti ( abbiamo bevuto un elegante barbera, Matilde del 2015) accoglie aziende promotrici di un’etica rigorosa e approfondita sulle uve come Denavolo, Calafata, L’Archetipo e non solo. Rapporto qualità-prezzo da agriturismo vero : 35 euro, 40 con l’aggiunta di tartufo. 

Benvenuto : involtini di melaverde e trota salmonata, radicchio al burro

Porcini crudi, parmigiano

Flan di broccoli, tuorli cremosi, tartufo bianco

Gnocchi di patate e porcini

Faraona e tartufo bianco

Pesche sciroppate e kombucha

Mostarda, crumble, parmigiano

Piccola pasticceria

Matilde

AGRITURISMO LA ROVERELLA

Via San Martino 1, Zola Predosa

3388329620