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un'idea di: Marco Salicini

 

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Da Piacenza a Rimini, attraversando tutte le piazze per ascoltare il richiamo di sette ristoratori portavoce di settecento colleghi. Ristoratori Emilia Romagna, un movimento nato spontaneamente, sotto il segno della condivisione di una regione che con la cucina ha tracciato un itinerario gastronomico, storico, culturale, paesaggistico arrivando a delineare l’immagine di un territorio rigoglioso della propria identità. Singoli ristoratori e gruppi organizzati in ogni provincia, come l’Associazione Tour-Tlen di Bologna coordinata dal presidente Carlo Alberto Borsarini che con lo sguardo indirizzato verso una Piazza Maggiore imponente e deserta e d’innanzi al Nettuno ha designato il quadro attuale, intercettando aspetti chiari e determinanti per il capoluogo bolognese.

Il primo risultato dei Ristoratori Emilia-Romagna difatti è proprio un manifesto che racchiude alcune indicazioni e richieste fondamentali per offrire un contributo propositivo e concreto ai soggetti decisori, locali – regionali e nazionali, affinché possano movimentarsi per agevolare una ripartenza sostenibile, sicura e futuribile a fronte dei pesantissimi effetti causati dall’emergenza COVID-19.
“ E’ giunto il momento delle responsabilità per le autorità, per loro questo è un dovere ” ci tiene ad evidenziare Borsarini, “ Noi vogliamo essere partecipi della grande Italia del turismo ”. Quel turismo che in regione e soprattutto nel capoluogo emiliano era in costante progressione e che fin dall’Aeroporto Guglielmo Marconi tracciava un’immagine tanto chiara, scibile e riconosciuta dagli emiliano romagnoli quanto affascinante e straordinaria per i visitatori esterni.
A Bologna abbiamo l’aeroporto di tutta la regione, l’università più importante, con tanti studenti che hanno bisogno di pagarsi gli studi e lo possono fare se hanno la possibilità di andare a lavorare in maniera saltuaria e non precaria. Penso inevitabilmente al ruolo dei voucher, che vennero eliminati ma che tutt’ora rappresenterebbero un fattore fondamentale per offrire regolamentazione e per permettere ai ristoratori di dare e creare un lavoro ”.
La forza lavoro che dovrà mantenersi un elemento radicale, inamovibile per mantenere costante e prolifica la futuribilità di questa Regione soprattutto focalizzandosi su tutti quei turisti che torneranno : “ Dovremo essere pronti ad accoglierli tramite un personale formato e assicurato, senza incorrere in alcun rischio, trasmettendo agli occhi dello straniero che Bologna è e sarà sempre la grassa, la città dell’accoglienza e del piatto tipico ”.
A fronte della crisi che sta investendo pesantemente il settore, i ristoratori chiedono la possibilità di riprendere a lavorare ma con le giuste condizioni : “ I ristoratori sono dei lavoratori che creano un indotto del turismo molto importante e vogliamo continuare ad essere questo motore. Per farlo abbiamo bisogno della comprensione delle autorità, ricordiamoci che se falliamo il rischio che arrivi qualcuno al nostro posto non altrettanto qualificato nel rappresentare la nostra cultura e la nostra tradizione è un rischio che andrebbe a disperdere la peculiarità del nostro territorio, tutto ciò che ha reso Bologna la City of Food ”.

Sul manifesto si conciliano ventiquattro punti, suddivisi in tre blocchi che affrontano le problematiche emerse in questo periodo cupo per la ristorazione. Si apre con alcune misure vitali ed urgenti come la sospensione di leasing e mutui fino al 31.12.2020, il recupero delle mensilità congelate, la proroga della cassa integrazione straordinaria fino alla fine dell’anno per il personale in forza al 23 febbraio e la richiesta di ottenere un credito d’imposta al 60% dei canoni di locazione riconosciuto al proprietario degli immobili commerciali e si prosegue inoltre chiamando in causa più specificatamente le amministrazioni locali con la cancellazione delle imposte locali (TARI, IMU, occupazione suolo pubblico), il tariffario ridotto del 50% per i primi sei mesi del 2021, le detrazioni d’imposta, l'allungamento degli orari d’apertura delle attività, almeno nel week end. Si allega inoltre un protocollo tecnico e gestionale per rendere il percorso di riapertura più idoneo alle dinamiche e alla struttura di un ristorante (dai distanziamenti tra i vari ambienti ai menù, all’igenizzazione), responsabilizzando inevitabilmente il cliente chiamato ad una collaborazione indispensabile : entrano in gioco le autocertificazioni, le prenotazioni e le misure di sicurezza.
A Bologna siamo rappresentati benissimo dalle istituzioni locali e dalle associazioni di categoria “ sottolinea Borsarini, “ L’Assessore Andrea Corsini ha aperto le porte al dialogo con i ristoratori, ci ha ascoltato e riconosciuto proprio per apprendere e constatare gli aspetti specifici e singolari del nostro lavoro ”.
Nei giorni scorsi il Sindaco Virginio Merola ha studiato ed esposto un piano per la ripresa : “ Un’estate all’aperto con dehors estesi, spazi pedonali allargati con i tavoli green, musica e coinvolgimento sociale”.
I presupposti parrebbero esserci ma ora siamo giunti al momento delle responsabilità.

 

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Lo chef Carlo Alberto Borsarini, presidente dell'Associazione Tour tlen e portavoce dei Ristoratori Emilia Romagna a Bologna durante la conferenza itinerante

 

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