Sei qui: Gourmettoria Quando le cotture cambiano il mare : Lucio, nato per evolvere Rimini | Da Lucio - Trattoria
un'idea di: Marco Salicini
“Questa che vi sto servendo è una lampuga frollata diciotto giorni. In realtà se ne trovano nel nostro mare, basta fare ricerca” . Questo pescione dell’Adriatico dalla testa mastodontica e rettangolare, non compare nei menù del 90% di tutta quella caterva di ristorantini che popolano il lungo mare romagnolo, in particolar modo da Rimini a Gabicce. Non è il solo ma è in buona compagnia, appeso assieme ai suoi simili nella vistosa cella che introduce la sala. Quello che la crew della Trattoria Da Lucio, in appena un anno di attività è riuscita ad assemblare, è una radiosa, avvincente e moderna valorizzazione della materia prima delle acque nostrane. Tra il centro storico cittadino e il bagnasciuga riminese, non si contano nemmeno sulle dita di una mano, i pionieri di una ristorazione intraprendente, portentosa e capace di contraddistinguersi, fuggendo alle impietose cotture paralizzate da almeno trent’anni, mentalmente arcaiche, schiave di un mercato turistico sì frequente ma inconscio e spaesato. L’attestato di stima, tradotto in un successo prolifico ed in continua progressione, va assegnato a Enrico Gori e Jacopo Ticchi, i due giovani “under” che negli ultimi tempi stanno rivoluzionando e riqualificando la scena gastronomica locale. Il percorso è intrapreso dalla nascita del Necessaire, cocktail e tapas bar, riuscito ad aggregare tantissimi local, smagnetizzando lo statico e retorico flusso che caratterizzava le abitudini serali dei più giovani. In primis creando un modello dinamico, smart, stiloso e accattivante, certificato con la scrupolosissima e intransigente scelta dei prodotti, che dai cocktails ai vini, protendono trasparentemente verso etichette artigianali e naturali, concentrando una proposta food intonata sui partner di fiducia, che dalle farine agli altri ingredienti, rintraccia il territorio privilegiando la filiera corta, al ritmo etico di ogni produttore. L’empatia ha generato condivisione, la condivisione – opportunità, colte mantenendo il cervello accesso e senza bruciare le tappe al fine di guidare una clientela sempre più predisposta ed entusiasta verso il lancio di numerosi progetti. La giovane e talentuosa squadra dall’estate si è trasferita negli spazi dell' hotel Villa Rosa, a pochi metri dal Parco Federico Fellini, storico punto di ritrovo e aggregazione. Il pop up del Necessaire sfrutta lo spazioso bancone per miscelare e reinventare twist, occupandosi inoltre di interagire con i pernottamenti, attraverso un menù di mare tradizionale, atavico e sincero.
La cella / L'aperitivo / Il terrazzo
Un totale di cento coperti amministrato con una cura e una preparazione ben affinate che dall’alto della balconata (auspicabile polo pomeridiano e serale anche in autunno), intima e confortevole, porta in tavola un menù dirompente e avanguardista. Se l’input delle frollature combacia con l’etica del pesce pescato ad amo (prevalentemente adriatico ma non forzatamente), il trattamento anatomico della materia prima apre orizzonti inediti tra la ristorazione marinara locale. Conservazione, pulizia e tecnica conducono la rotta verso questa emancipazione degli abissi sulfurei, interpretando il pesce come se fosse carne, non solo nelle frollature e nei risultati che la cottura intera, sulla brace a legna, certificano in termini di aromaticità, consistenza e temperatura ma bensì svolgendo propedeuticamente un’operazione chirurgica quando si tratta di salvaguardare e recuperare gli scarti, estrapolare le salse, aggiornare testure, variegate e corroboranti.
Il crudo con tuorlo d'uovo e colatura di alici / bollito di baccalà ed emulsione di uova di polpo, pomodori e peperoni
Intriganti nuances, procedure in fase di preparazione e stili nella manodopera, assimilano il background antropologico di Ticchi : un import dall’Australia, all’oriente e al Joia di Milano, prolifica fonte di quella sezione del menù dedicata alle verdure, con i piedi ben trapiantati per terra e il cuore che batte all’impazzata per la romagna natale.
Il Nes inaugura la degustazione (60 euro) mixando un tommy’s margarita splendidamente equilibrato e allietante, in pairing con la cozza grigliata irrorata da una crema di aglio dolce suadente che inciderà in alcune delle successive portate. La tecnica al taglio all’orientale incide nei crudi : la texture della ricciola (frollata dodici giorni), stimola il primo tuffo in un bagno intenso e profondo dai sentori fortemente iodici e salmastri, indiscussi gladiatori del palato, in questa totale predominanza materica, contemplata da condimenti mai grevi, puntellati da una personalità ardita e perspicace nell’esporre la tempra finale del piatto. Segue l’atto dei bolliti, interagendo con le parti più gelatinose, vedi la ricciola affievolita da un’emulsione di salsa verde uovosa del polpo a precedere un main courses escogitato in tre fazioni che interpreta il best seller della serata.
Le frattaglie di mare
Pan brioche, fegato di rana pescatrice, pesche e cipolla; cuore di tonno, aglio dolce e pomodoro; trippa, fondo bruno e la sua salsa di pomodoro, spronano sapori rotondi, burrosi, vellutati e di profondo godimento, stemperando , applicando intervalli diversificati in fase di cottura, la tempra più brusca, intensa e tenace e riuscendo a rievocare ventate di piacere esteso e lineare con alcune connessioni già radicate nel patrimonio gustativo.
Lampuga frollatura 18 giorni
Dopo la festante iniezione carnosa della lampuga e il sciamanico effluvio conturbante di legno e di erbe, la comfort zone di “descanso” arriva dal signature dish più richiesto, il cappelletto tirato con la leggerissima panna, ripieno di ricci e bottarga leggermente affumicata (ricavata dalle interiora), schierata al culmine del percorso per lasciare il palco al focus ittico, indiscutibilmente appagante grazie ad una cottura puntigliosa sui bordi della sfoglia ben tesi e sottili, quanto concreta e originale per poi puntellare il tratto amaricante con una pulizia finale da lode.
Cappelletti ai ricci di mare, panna acida, bottarga hm / i dolci
Meraviglioso il cestino dei pani, dall’impasto etereo e ancestrale, più defilati i desser,t in cui tra il gelato al fior di latte con ricotta di pecora e pesche e la frolla con crema limone e meringa, emerge un tiramisù baloccante come quello della nonna. Si beve sanamente bene grazie a una cantina che lancia e lascia raccontare il volto naturale dei territori.
Lucio è una novità forte e carismatica, sostenuta da un gruppo di giovani con le idee molto chiare e illimitate nel segno della condivisione : vanno seguiti, anche sui social dove il “ciao” dello chef è già un tormentone e non si può non amare.
DA LUCIO - TRATTORIA
Viale Amerigo Vespucci 71, Rimini
3409743459