un'idea di: Marco Salicini
Più che “City of food” chiamiamola “City of cocktail”. A una Bologna che arranca sulle guide gastronomiche, ce n’è una che mette le ali su quelle dedicate alla mixology.
Lo storico successo del Bamboo, inaugurato pre covid in via de Musei e traslocato durante l’estate al posto di quella che fu un’insegna storica come il Caffè dei Commercianti in Strada Maggiore è un traguardo importante e prestigioso che conferma gli enormi passi avanti che sta compiendo la Bologna da Bere.
Il premio lo assegna la settima edizione di Barawards, la kermesse di gala organizzata da Bargiornale, Ristoranti, Dolcegiornale e Hotel Domani, svoltasi ad inizio settimana presso Lo Superstudio più di via Tortona a Milano.
Un’edizione da record che ha raccolto oltre 450 professionisti del comparto Horeca e più di 150 locali, bistrot, gelaterie, pasticcerie, ristoranti, hotel; scremati dalle votazioni di una giuria di esperti e del pubblico online. Assieme a un banco di veri e propri mostri sacri pluriennali dell’hospitality e del bartending , tra cui il Four Seasons, il Mandarin Oriental, il Jerry Thomas, L’Antiquario, Mag, Villa Igiea, Iginio Massari, Freni e Frizioni, Aimo e Nadia e 28 Posti giusto per citarne alcuni, il Bamboo di Bologna si è posizionato al terzo posto in tutta Italia, salendo sul podio come “migliore cocktail bar dell’anno”.
Una soddisfazione indecifrabile per Michele Collina, Marco De Bellis e Simone Donà, che da veri e propri leader del mondo della notte, fondarono il progetto itinerante “Kong” puntando a creare un container esclusivo che amalgamasse cocktail, music e location d'elite. Il passo decisivo e piuttosto coraggioso visto che è arrivato a delinearsi nel periodo pandemico è arrivato con la doppia nuova apertura appunto del Bamboo e del Donkey, secret bar nascosto in Vicolo Broglio.
E’ una grande vittoria anche per tutti quei giovani talenti che solo da qualche mese condividono lo shaker e tutti gli attrezzi del mestiere dietro al bancone ma che soprattutto hanno sposato appieno, una filosofia innovativa e contemporanea replicata nella drink list, nel servizio, nell’artigianalità dei cocktail e nell’utilizzo di materie prime fresche e stagionali in grado di sfatare tanti tabù ancorati a questo settore, svecchiando l’immagine della città.
Lara Ponti, Christian Torcasio, Fabio Tammariello ed Elena Montomoli sono tutti under 30 che quotidianamente si destreggiano ad applicarsi “dietro le quinte” testando infusioni, tecniche di fermentazione, syrup all’interno di ricette congegniate con liquori e distillati ricercati, twist internazionali, glass specifici, esposti in un menù sul quale il cliente può interfacciarsi – comprendere e recepire cosa andrà a bere, riconoscendo l’espressione gustativa più congeniale alle sue corde. Inoltre, ogni settimana, il Bamboo ospita colleghi e insegne di grande rilievo provenienti da tutta Italia, tra cui l'ultima dell'anno proprio con i ragazzi de L'Antiquario di Napoli.
Questo successo non rappresenta più un’anomalia per Bologna : il movimento negli ultimi cinque anni ha preso una velocità sorprendente; lo sa bene ad esempio Enrico Scarzella che nella categoria “Bar Rivelazione dell’Anno” si è classificato al quarto posto con il suo Velluto, aperto peraltro nel bel mezzo della zona rossa. In una delle zone più strategiche e affascinanti del centro storico, il noto bartender ha creato un team consolidato e affiatatissimo, ben predisposto ad accogliere un target poliedrico dal mattino fino a notte tra i meravigliosi arredi di lusso targati Atelier Avanzi. drink di alta qualità, tapas dall’impronta esterofila e una cura per la proposta che si propaga in tutti i momenti della giornata.
Che dire poi dell’Emporio 1920 di Francesco Trimigno? Il Gambero Rosso l’ha premiato un anno fa come migliore cocktail bar della regione, classificandolo nella top 10 italiana. Lui non si è accontentato : dal suo intimo angolo proibizionista di via delle Moline ha inaugurato da pochi giorni il nuovo locale in via dei Poeti, dove l’alta miscelazione incontra l’ottima cucina dello chef Enrico Tonelli. Poi c’è Oltre, ristorante di cucina tradizionale bolognese in chiave moderna che diede una bella sferzata al servizio del cocktail applicato alla cucina, portando a Bologna un volto esterno di spessore come Nico Salvatori : in poco tempo ha sollevato la targa come miglior barman under 35 d’Italia ai F&W Italia Awards.
Potremmo addirittura dilungarci ricordando che in via Altabella si respirano atmosfere metropolitane in quel Fior di Sale pronto ad ingrandirsi e in cui un professionista di tutto rispetto come Salvatore Castiglione (che nemmeno dieci anni fa serviva cocktail d’autore in quel di Parigi) ha improntato una linea “botanica” idilliaca o che al Fourghetti di via Murri, una cena gourmet può essere intervallata o seguita da una voluttuosa e voluminosa distilleria, ordinatamente schierata dietro al banco cocktail più importante del capoluogo.
Insomma la strada è ancora lunga ma sicuramente paragonarci qualitativamente a città come Milano, Roma, Firenze e Torino, non è più un’utopia.