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INTR10
un'idea di: Marco Salicini

 

 2021 sfondo

Varcando le porte del Casa Merlò, si viene trascinati all’interno di un emisfero giocondo e festoso. Sotto le festività natalizie, anche il più “impassibile” grinchiano di turno rimane stregato dagli addobbi scenografici imbattibili allestiti durante il periodo che precede e culmina il Natale. Il village in miniatura con la pista da pattinaggio, la seggiovia e l’ovovia è un’attrazione che magnetizza grandi e piccini all’ingresso del ristorante, accogliendo dall’ingresso alle tre salette, di cui la principale è stata addobbata con bastoncini di zucchero xxl e festoni appesi al soffitto, degni di un set hollywoodiano da record d’incassi, oggetti spettacolari ricavati dalla Galleria Forni. Il set tematico è un’allegoria dell’impronta che lo chef Dario Picchiotti e il suo socio, che qui è padrone di casa, Francesco “Ceccio” Tonelli hanno implementato fin da quando hanno rilevato una delle osterie più popolari e frequentate del centro bolognese.
“Trattoria di riferimento” comfort, affabile e loquace, simpatica e guascona, alla portata di una platea trasversale che va dall’avvocato incravattato déshabillé in procinto di spazzolare una doppia razione di tortellini in brodo, all’under 30 assorto tra la forchetta e uno smartphone perennemente a fuoco sulle coreografie virali che accompagnano le portate.
Metaforicamente o non, è come ricevere una bella pacca sulla spalla da uno dei tandem più pittoreschi sulla scena della ristorazione locale : non se l’è lasciato sfuggire Mamma Rai, trasformandoli nei Savastano dei noantri per riempire di ceffoni l’ispettore Coliandro sui piccoli schermi mentre tornando alle vicende del Merlò, le “pacche” sono prive di violenza fisica, piuttosto sono un invito al commensale a mettere da parte le manfrine e godere ingordamente di pancia.

2021 pane 2021 poldino 2021 mousse 2021 fegatini
Il pane proveniente dal forno di proprietà Merlino il Mago della Farina / Il Poldino Bolognese / Mousse di mortadella e misticanza / Crostini e Paté di Fegatini


Il miglioramento più evidente dall’apertura è inciso proprio nell’atmosfera, dettata da un servizio perennemente agile, coordinato e scattante : il cambio di passo è arrivato in primis da “Ceccio” che ha messo da parte l’aria un po’ più burbera e diffidente dei primi tempi, incalzando le vesti dell’oste 2.0 meravigliosamente a tono, mostrando intuito, leadership, attitudini gestionali ed entrando espressionisticamente in scena negli impiattamenti a carrello tavolo per tavolo.
Fila semanticamente con una propulsione in più anche il menù, ora contestualizzato a pennello da un ambientazione figurativa interconnessa con un’indole dei piatti spudoratamente golosa e burlesque, sintonizzata a una rilettura volutamente trash degli anni ’80, cameo nelle voci dei tre percorsi “Amo Bologna”“Quello che piace a noi”“Da Sacerno”.
Dietro alle ricette è inevitabile avvertire la creatività di Picchiotti, perennemente predisposta a mixare giocosamente ingredienti atti ad attizzare l’appetito mantenendo il rigore sulla preparazione delle stesse, dettagliate molto più a fondo di quanto l’aspetto onomatopeico lasci presagire. Dietro quei piatti da foodporn non si ricade esclusivamente a panna, addensanti e tutte quelle mappazzonate “horror” che rimuginando di un trentennio creano più spavento dei capelli cotonati di allora, il metro “gastropurista” piuttosto che nella forma, che alla cucina adrenalinica di Picchiotti non appartiene, è inculcata in quei diversivi utilizzati per reindirizzare qualitativamente la fattura delle proposte. Il laboratorio di farinacei autoctono di Merlino, sforna una bella linea di pani, focacce e gnocchini al prosciutto sempre più apprezzata oltre a una prode gamma di paste all’uovo tirate al mattarello quotidianamente dal fedelissimo sfoglino : sui classici, tortellini in primis, tagliatelle al ragù, tortelloni non si sbaglia, la fattura della sfoglia si piazza nella parte più competitiva della proposta locale.

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Le polpette di bollito con maionese al pomodoro servite nella matrioska di Lego / le tigelle col pesto alla modenese / Spaghetti con le sarde

 

I signature dish più rampanti però sono il poldino, le ruote “Benedetto Cavalieri” alla vodka, le fettuccine Alfredo e i favolosi dolci, asso nella manica.
Il “Poldino Bologna” è riuscito a portare in tavola, quell’idea di street food bolognese su cui, per vie traverse, tanti altri cuochi negli ultimi tempi hanno tentato invano di girarci intorno; l’assortimento di Casamerlò invece si è rivelato fin da subito appagante : la carne è il ripieno dei tortellini, le salse che intonano una vispa e goduriosa cremosità al morso, di marca 100% petroniana, con il friggione, la salsa verde e il parmigiano soffiato, racchiuse dai bun ideati nel panificio di proprietà. Rimanendo sui panificati home made, anche le tigelle, ben tostate all’esterno e umide all’interno, farcite con il pesto modenese si antepongono alle maledette gommosità standard proposte nei poli più massificati delle Due Torri.
Superando l’impatto platealmente vintage della misticanza carnevalesca del trentennio precedente, cosparsa dal buonissimo aceto balsamico dell’ Acetaia Sereni, si  apprezza direttamente in bocca l’equilibratissima mousse di mortadella, sostituita in inverno dalla galantina, celebre piatto di recupero, ringalluzzita dagli strati corposi della salsa Mornay. Meno pungenti e appetitose le polpette ripiene di bollito, puntellate da una panatura croccante e ben asciutta a cui manca uno slancio non ritrovato nella mayo al pomodoro; servito direttamente sul coccio il paté di fegatini (poco ferroso) da spalmare sui crostini di pane ovviamente by Merlino.

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Il servizio delle Fettuccine Alfredo - Omaggio alla cucina romana

 

Se delle libidinose e affettuosissime ruote alla vodka (l’intingolo erculeo è un concentrato di burro, panna qb, pancetta rosolata, peperoncino e vodka ad infiammare la padella) vi avevamo già raccontato, della stessa famiglia fanno parte le mitologiche “Fettuccine Alfredo” il primo piatto di pastasciutta lanciato nella capitale da Alfredo Di Lelio e diventato ben presto un feticcio angloamericano onnipresente nei banchi di surgelati statunitensi.
Seguendo l’eco del “M’hai provocato e mò te magno”, al Casamerlò vengono mantecate direttamente davanti ai commensali e porzionate sui piatti. Un mantecato caldo e cremoso di burro e parmigiano ben affilato dagli strati di pasta sinergicamente integri e nerboruti, il salato arriva dal guanciale filtrato. Gustosissimi anche gli spaghetti con le sarde, che col medesimo stile vengono salvaguardati in cottura al dente combaciando con le sarde : resilienza all’irascibile conca burrosa. Tra i secondi, oltre all’inevitabile cotoletta alla bolognese, i più dimenticati filetto al pepe verde, coniglio in umido, ossobuco con polenta fritta, i filetti di pollo con l’irresistibile puré imburrito e il voluttuoso uovo cotto a bassa temperatura con spuma di latte, friggione e pane croccante ad azionare una mousse uranica di emilianità.

 

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Filetti di pollo e burré, uovo a bassa temperatura con friggione, spuma di latte e friggione, il servizio del gelato al fiordilatte della casa

 


Come predetto, le leccornie dei dessert, grazie al tocco della cucina, reintegrano nel commensale tutti i voglini d’infanzia : panna cotta top level, il tenerone (cookie di tenerina e mascarpone), la crostata alla frutta, la zuppa inglese e il gran servizio del gelato – ora al fior di latte – col suo mantello lattico strepitoso. Viene servito to share per circa 5/6 commensali e ci si può sbizzarrire nei topping, amarene fabbri – praline di nocciola e cioccolato – m&m Casamerlò. La cantina è diventata molto sborona : al fianco delle sezioni più classiche è stato rivolto un indice esclusivamente ai vini naturali, a una Francia di prestigio su rossi & champagne, oltre a celebri annate prevalentemente indicate sui grandi rossi dello Stivale.

 2021 pista

 

  CASAMERLO'

Via de Gombruti 2c, 40123 Bologna
051239645
www.casamerlo.it 

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