Sei qui: Gourmettoria Al di là del Fiume : degustazioni e osteria intorno a un panorama maestoso segnato dalla biodinamica e dalla biodiversità
un'idea di: Marco Salicini
Intrecci. L’edera, stemma dell’Azienda Agricola Al di là del Fiume, raffigura il mantra di Danila Mongardi e Gabriele Monti, moglie e marito che dal 2005 decisero di cambiare vita, abbandonare posti di lavoro stabili per acquistare i terreni di Ca di Cò, sulle colline di Marzabotto.
Qui hanno scelto di ripristinare appieno i principi primigeni ed ancestrali interconnessi con l’agricoltura autoctona, valorizzandone tutti quegli aspetti nel pieno rispetto dei valori sociali che ad essa appartengono.
E’ la terra della Barbera, della Lionza, dell’Albana, del Montuni e del Pignoletto, i vitigni “antichi”, paradossalmente – in parte – dimenticati negli ultimi anni qui sui nostri colli, che grazie alla filosofia dell’azienda, sono stati recuperati e contestualizzati nel 2022. Ci si lega l’etica della biodinamica adoperata in vigna, inizio di una promettente corrente della new wave enologica che molti giovani neofiti vigneron stanno adottando recentemente, rispettando ecologicamente l’ambiente e il ciclo vitale delle piante, assecondando il clima e la tipologia di terreno ed eliminando solfiti e trattamenti chimici-industriali sulle piante e nei processi di produzione. Ci si riappropria di quei sentori e aromi riconducibili al terreno d’appartenenza, tradotti in beve vivaci, leggere, rinfrescanti, salubri ed istintive sviluppate con lieviti autoctoni. Con valori sentimentali di questo tipo, vengono a meno il marketing, le produzioni di massa, la competizione a vantaggio di una corrispondenza comune fulgida e sentita con appartenenza : è la rivincita della biodiversità che di territorio in territorio, contraddistingue e nobilita il nostro Paese in tutto il mondo.
Una sorta di rinascimento a cui stiamo andando incontro che ben si sposa con l’avvicinamento, l’interesse, le necessità di onestà ed empatia, testimoniate dalle persone verso il mondo del vino e non a caso il metodo biodinamico si fonda proprio su principi umani & attuali e meno inflazionati : l’interazione e la collaborazione, la fraternità, la moralità, la responsabilità verso i beni della natura e del pianeta anche ereditariamente. Il mestiere dell’agricoltore viene così plasmato ed oggi incarna tutt’altro fascino, dopo anni alquanto bui, in cui veniva visto dall’alto al basso, con scetticismo e deprezzamento. Il filone attuale però già all’estero ha creato moti vincenti, giovani e dinamici, fuori dai flussi convenzionali e dai consorzi, ha incentivato collaborazioni, start up innovative, festival sinergici rinnovando la tradizione partendo proprio dal recupero delle proprie radici. In questo "noi italiani" ancora siamo indietro e non a caso, molte piccole realtà come Al di Là del Fiume, paradossalmente sono più conosciute tra i grandi ristoranti ed alcune enoteche di Copenaghen e Parigi, piuttosto che nei rispettivi capoluoghi di riferimento. Danila questo lo ha notato, puntando su un progetto a lungo termine, proprio per coinvolgere e lasciarlo in mano dei propri figli che erano piccolissimi quando venne restaurato ciò che ora è diventato un maniero maestoso, circondato dai filari, dalle erbe officinali, dall’orto, dagli alberi da frutti e dai grani antichi e autoctoni rigorosamente appartenenti al terroir prettamente tipico di questo luogo. Un’identità pulsante che oltre alla natura si radica nella profondità cognitiva che riflette un luogo come Monte Sole, alle anfore di terracotta etrusche che ripercorrono le origini storico-culturali di Marzabotto, alla bioedilizia in piena sintonia con l’ambiente riflessa nei materiali eco sostenibili di canapa, argilla, paglia, calce e terra cruda con le quali è stato rivestito il casolare ottocentesco.
“Il calore della terra” e “l’infinito del cielo” etichettano la denominazione dei due spazi suddivisi ai piedi del colle e ai confini col fiume; il primo luogo è dedito ad ospitare attività culturali, laboratori per bambini, workshop, convegni, visite guidate e il nuovissimo agriturismo di cui vi stiamo per raccontare mentre l’altra area è rivolta ad un’ospitalità rurale per i gruppi con 17 posti letto, una cucina in cui vengono utilizzati esclusivamente i prodotti sostenibili dell’azienda agricola, dando piena espressione alla condivisione e alla creatività degli ospiti.
L’esperienza e la comunicatività di Danila che per anni è stata vicepresidente di una cooperativa sociale fanno centro nell’attenzione e nel coinvolgimento dei partecipanti: tutte le terze domeniche del mese “cantine aperte” con il brunch della cucina, la visita guidata in cantina e la degustazione è una soluzione ideale per immergersi nella realtà di Al di là del Fiume, ammirare uno dei panorami bucolici più affascinanti dei colli bolognesi e venire accolti con tanto calore e deliziosa armonia. E’ l’inizio di un programma itinerante che vedrà appuntamenti culturali, convegni a tema ed il summer camp estivo, pensato in collaborazione a Corte d’Aibo e Orsi Vigneti S.Vito per raggruppare, stimolare, avvicendare i nuovi giovani agricoltori del domani.
Da pochi mesi l’hospitality è stata completata con l’avviamento dell’osteria : durante le stagioni più calde si pranza e si cena all’esterno attorniati dai vigneti e da una vista emozionante sul paesaggio collinare mentre in autunno e inverno si può godere del panorama da ampie e luminose vetrate affacciate su una sala confortevole, rustica e moderna. Il menù ovviamente è incentrato su piatti salubri, freschi, stagionali a filiera controllata, composto decorosamente dalle materie prime vegetali di Al di là del Fiume piuttosto che dai prodotti provenienti da altri artigiani dell’Appennino. Una cucina corretta, semplice e sincera che si traduce dal candore e dai profumi del pane caldo fatto in casa, alle gustose tigelle croccanti all’esterno e morbide nella farcia che accompagnano un tagliere del contadino dall’inopinabile qualità artigianale, apprezzatissimo in tutta la sua totale genuinità e grassezza, servito sul taglierone di legno in grande abbondanza (salami, culacce, spalla cruda, pancetta, lardo..). In alternativa vengono riprese ricette meno standard come i porcini fritti o in umido, il coniglio e la salvia fritti, la polenta fritta con crema di formaggio e ragù, ponendo la stessa fantasia anche sui primi piatti, di cui s’apprezza la freschezza della sfoglia tirata a mano (evidente sui balanzoni col prosciutto croccante, sui tortellini rossi con culatello e pinoli e sui ravioli di patate con porri e pancetta) e su una mano casereccia e premurosa anche sui dolci, di cui ne è emblematica la buonissima tenerina con il mascarpone al pistacchio, memorabile per cottura, leggerezza ed equilibrata dolcezza . L’apertura è recente e i tempi di servizio, nonostante l’attenzione e la disponibilità delle giovani ragazze, si prorogano oltre il dovuto; indubbiamente i presupposti e le aspettative per accordare maggiormente il menù ci sono tutti (le paste ad esempio possono addizionare l’amalgama con i condimenti, vedi le tagliatelle di cacao con speck – porcini- mascarpone e sui secondi piatti possono implementarsi alternative più sfiziose ed interessanti rispetto agli straccetti di pollo, ai filetti e al pollo alla curcuma). La carta dei vini peraltro, non è condotta esclusivamente da Birichén, Dagamòt, Saramàt, Zirudèla e Fricandò (a nostro avviso il fiore all’occhiello tra le referenze) ma raggruppa altre piccole nuove realtà regionali naturali, accomunate ovviamente dalla medesima vision.
AL DI LA' DEL FIUME
AZIENDA AGRICOLA BIODINAMICA CON OSTERIA
Via San Martino 10, Marzabotto (BO)
3480153838
www.aldiladelfiume.it