un'idea di: Marco Salicini
Dopo un'onda mediatica travolgente, che ha riempito di attese (e perché no, di aspettative) migliaia di utenti Facebook, Pistamentuccia è pronto a partire: un locale caldo e garbato, pizzicato da quel tocco spontaneo di tradizione (quella romana) e rusticità, pronto a sorprendere l'affamatissima clientela bolognese con le pietanze romane ma non solo. La famiglia Cipriani dalle vedute immense del Colosseo si è già abituata e adagiata sotto le Due Torri con ambizione e grande spirito. Entriamo nel nuovo locale di via Testoni, in pieno centro : un ristorante carismatico che mescola con occhio e gusto arredi moderni e lineari (ammalianti e penetranti le lampade a vista) a tavoli rustici, disposti su tre sale (di cui una, arricchita dalla cucina a vista). Un'atmosfera che immediatamente ci fa annotare un dato: quanto ci piace la cucina e romana e da quant'è che mancava una novità del genere in città? Aroma de Roma è oramai storicamente trapiantato, pochi kilometri fuori città c'è l'Accademia der Cacio e Pepe in cui si respira da ogni angolo "aria de roma" ed infine in via del Pratello, Quanto Basta raffigura un concept interpretativo totalmente differente. Siamo nel 2017 e un po' soffocati dai soliti Bistrot che riempono ogni angolo del nostro affezionatissimo centro storico, capiamo di quanto siamo stati spogli per anni, di una delle cucine più veraci e storiche del nostro territorio. La passione di Flavio Cipriani è travolgente: ci vengono presentati gli affettati ed i formaggi, altamente e lungamente selezionati secondo il principio dello Slow Food e rigorsamente made in Italy. I colori e le forme parlano da soli, le etichette intrigano: coppette di norcino, una porchetta straordinaria utilizzata da un certo Bottura, un solenne crudo di Mangalica ungherese, salamella al vincotto, mortadelle budello naturale colorate e formose, la vera e rossissima ventricina, un Gran Bassiano da 24 mesi di stagionatura, rude e ruspante il violino di capra e il discorso prosegue con i formaggi, stagionati e provenienti da un tour itinerante, regione per regione. Siamo d'altronde nella terra dei salumi e per questo, ci racconta Flavio, non possiamo e non dobbiamo adeguarci a una proposta piatta, sventagliata e prevedibile. Ci presentano il pane, protagonista oramai essenziale e quasi decisivo nelle nostre tavole: grano uno italiano, farina viva, forma corposa e virtuosa. Dopo un entré del genere, non ci resta che sbarrare gli occhi e scoprire il menù ricco, stuzzicante e romanesco. Si parte dalla pizza, esposta alla teglia bella bassa e veritiera, farcita con abbinamenti selezionati e allettanti: coppa e broccoli, zucca arrostita-crema di pecorino-pesto di rucola, porcini-provola affumicata e salsa piccante, nduja-cipolla caramellata e cacio fiore, lardo dei nebrodi-gorgonzola e miele al tartufo .. combo stimolanti che lasciano spazio alle proposte un po' più classiche (la marinara, patate e salsa piccante, porchetta, cicoria) e più romane (cacio & pepe, amatriciana). Tra gli antipasti: coratella, trippa e lingua, sformato di ceci e uvetta, tortino di patate e nduja di spilinga con cacio fiore e tartufo. Primi piatti: dall'immancabile e infallibile spago cacio e pepe al raviolo con cuore di amatriciana, bucatini alla gricia, fettuccine con ragù di pannicolo e i secondi: abbacchio allo scottadino, costolette panate, pollo alla cacciatora, saltimbocca alla roma senza dimenticarsi delle puntarelle o del carciofo alla romana tra i secondi. Questi sono solo alcuni dei piatti che rinvigoriscono un menù curato e studiato. Maritozzo, ricotta dolce, barretta al cioccolato con frutta secca tra i dessert, che vi anticipiamo,ovviamente,solo in parte. Birre artigianali prettamente romane per bagnare e diluire il tutto, una selezione rara e originale di amari e distillati, oltre alla buona enoteca. Quello che ci ha colpito, oltre all'appassionatissima ricerca e selezione è il palato di Flavio Cipriani, ristoratore volenteroso e sincero: la qualità non basta, serve la prova e durante la sperimentazione e i test dei piatti che apriranno le porte di Pistamentuccia alla ghiotta popolazione bolognese, Flavio assaggiava e correggeva ogni singola pietanza.
Le premesse ci sono tutte e ora non ci resta far altro che assaggiare e provare una cucina vogliosa di esaltare le produzioni tricolore, importanto il fascino godereccio delle pietanze romane, folgorate da una bella dose di inventiva.
Pistamentuccia,
Via Testoni 2/b
Apertura: Domenica 26/02
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