Sei qui: Gourmettoria Tradizione adriatica 2.0 : sotto il sole, il Circolino è il tormentone più funky dell'estate riminese | Il Circolino
un'idea di: Marco Salicini
Aria di salsedine, musica in sottofondo, tavole fitte di giovani e vista lungomare.
A due stagioni dal debutto, il Circolino è uno dei nuovi fenomeni 2.0 della ristorazione e della movida riminese.
Un tassello fresco, dinamico, propositivo che conferma quanto stia prendendo piede la new generation della riviera romagnola, aggiungendo nuove realtà che hanno la testa sulle spalle, le skills e le idee ben chiare su come trainare ed aggregare la clientela under 30 – ma non solo – comunicando fluidamente attraverso la convivialità, idee, contenuti e ricerca enogastronomica.
I giovani fratelli Santolini ereditano il mestiere da una famiglia di ristoratori alquanto e tutt’ora attiva in città e sul litorale adriatico, si formano presso l'Istituto Alberghiero locale, partono all’estero, lavorando tra New York, l’Australia e Singapore prima di fare ritorno a casa per riprendere da dove avevano lasciato, integrando l’offerta dell’Osteria Franca nel bar del circolo tennis più in voga a Marina Centro, importando il know how internazionale appreso che difatti si plastifica dal servizio – al menù, infondendo una bella riossigenata alla proposta sul lungomare, in quel che difatti è molto più che un semplice popup.
Non è più un cigno bianco però il Circolino, visto che negli ultimi 4-5 anni la giovane ristorazione romagnola sta emergendo creando una community condivisa nell’etica e nelle idee : limitandoci alla madrepatria felliniana dalla Trattoria Lucio, Abocar Due Cucine, al Necessaire, proseguendo citando Augusta, Il Cortile in Centro, il Gatto sull’Albicocco, Pars e Sitopia oramai diventa rilevante il numero di attività che si sta distaccando da un cordone ombelicale agée filo-stagionale, restaurando le fondamenta della tradizione rinvigorita da un asset di fornitori artigianali, personale di sala snello, vini salubri, mixology ricercata ed ambienti curati.
Davvero importante poi, come questi aspetti sono stati toccati in un ambiente come quello del Circolo Tennis (che a pranzo e a cena sia chiaro è aperto al pubblico e non solo ai tesserati) laddove oramai pare inevitabile cadere su menù “buttadentro” accomunati da caprese, prosciutto e melone, pesce da gelo, paste malcotte e dolci al cucchiaio industriali, allontanando piuttosto che avvicinando la fascia di clientela under.
Un palinsesto di eventi fitto e pimpante con animazione soft e dj set funky, fanno da magnete aizzando l’attenzione dei gruppi che inducono la clientela ad organizzarsi anticipatamente per accaparrarsi uno slot libero, soprattutto durante i weekend, elasticizzando la proposta con un cocktail bar di livello, strutturato propedeuticamente seguendo una mixology creativa, riflettendo quei parametri che dal glass alla scelta degli spirits creano un mélange tra ispirazioni metropolitane ed infusi, erbe aromatiche prettamente di stagione.
Davvero sorprendente il coinvolgimento di uno staff giovanissimo, prettamente under 25, afferrato e predisposto nella presentazione & descrizione delle ricette, piuttosto che nel servizio dei vini, che in carta non sbancano per referenze ma raggiungono un assortimento confortevole – voce per voce – prediligendo i vitigni dei produttori locali ad altri rappresentanti della biodinamica, oltre regione.
La cucina parte dalla tradizione e non rinuncia ai classici più scibili e rappresentativi, arricchendo con disgressioni extra continentali un’altra parte delle ricette. Semplicità e sensibilità alla base, alchimia e melting pot sia in termini di cotture & marinature ma soprattutto nei condimenti.
Materie prime, come già accennato, di filiera e di recupero, focus tutt’altro che banale e scontato sull’Adriatico dove compaiono pesci azzurri e pesci poveri poco blasonati, ad altre specie fresche e trattate con metodica. Il meglio che riflette sul piatto l’atmosfera ed il clima, lo troverete direttamente –to share- dagli antipasti, tra cui abbiamo assaggiato fragranti e sfiziosissime frittelle di bianchetti, accomunati da una panatura leggera, saporita che delinea e salvaguardia la carnosità dei pescetti, poi ,ancora tutto da condividere, le buonissime capesante crude, servite alla temperatura perfetta, tenui e carnose impreziosite da un allietante ricamo di erbe aromatiche che ne donano balsamicità ed acidità, esaltandone peraltro il sapore nature. Si prosegue con i canestrini magistralmente gratinati – proprio quando in tanti locali adiacenti una panatura unta e grossolana può rovinarne la marinità e la digestione – baccalà mantecato su polenta alla griglia, dal boccone avvolgente e corroborante (siamo borderline sulla sapidità), arancini alla marinara pasciuti, friabili e sugosi in cui il ripieno filante riproduce il risotto rosso marinaresco ed una tartare di tonno rosso meravigliosa per trattamento, tempra rinvigorente e masticazione, energizzata sempre da una scelta non casuale della dispensa botanica. Erbe officinali che oramai paiono una parte indispensabile in termini di guarnizioni, decorazioni e pensiero del piatto e che in questo caso trovano esiti particolarmente felici : va anche saputo, tra le notevoli varianti, selezionarle in base all’alchimia della ricetta, senza deturpare il corpo del piatto, ed ecco che la brigata di cucina proprio in questo caso si esprime con personalità indulgendo a margini futuribili.
Immancabili gli evergreen romagnoli , tra cui il fritto misto di molluschi e crostacei (servito con maionese alla paprika), i calamari gratinati su misticanza, le piadine signature alla romagnola, i sardoncini, tutte proposte che senza esuberanza o particolari nouvelle vague, si mantengono fedeli ai criteri tradizionali.
Qualche miglioramento si può applicare sulle paste, la maggior parte in là di sale, come ad esempio la battutina di razza, cavolo nero e ceci versione inverno-primavera di cozze-pomodoro-basilico piatto bandiera icona dell’estate 2022 (un primo piatto che diventa quasi da condividere in due). Nulla difetta in cottura, rendendo il grattino di pasta persistente durante la masticazione amalgamato nel volteggio burroso che esprime sentori iodici e terrosi, eccedendo alla lunga in sapidità. Discorso più o meno simile nel tagliolino alle vongole con olio al prezzemolo mentre è più audace lo strozzaprete alle canocchie.
Il finale del pasto – praticamente no limits durante i weekend – avrebbe attirato le riprese di Fellini, aggrovigliando un sano e spensierato convivio di bei giovani alle prese con le ultime bottiglie da fine pasto, i filtri del sole tra gli ombrelloni, gli sguardi assetati dinanzi al cocktail bar e le golose coppe di gelato – da spot- in alternanza ad un’ottima panna cotta al forno cagliata, rinfrescante ed equilibratamente caramellata.
Il rapporto qualità prezzo onorevole (si pranza sui 40euro senza farsi mancare nulla) è un ulteriore sprint a quella generazione di ristoratori del domani, capace di sdoganare la stasi dei menù da spiaggia, sfoltendone l’impostazione verace & turistica, valorizzando il prodotto attraverso un mood che mantiene i meriti dell’hospitality adriatica e del suo benessere, in questo caso a colpi di smash e demi volée.
IL CIRCOLINO
Lungomare Claudio Tintori 9, 47921 Rimini
3806888826 | 054154636
www.circolinorimini.it