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un'idea di: Marco Salicini

 

 tortellino

Era il 2015 e il tortellino di Lucia Antonelli prendeva spazi sulle pagine dei quotidiani e sui blog di cucina. Da Palazzo Re Enzo il miglior tortellino era ancora una volta il suo, il segreto? la passione e la quotidianità, riassume la cuoca della Taverna del Cacciatore di Castiglion dei Pepoli. Lucia è proprio l'esempio di quanto il lavoro alla fine paga, dopo innumerevoli stagioni trascorse nella cucina del ristorante di famiglia tra i boschi dell'Appennino Tosco Emiliano, luogo sacro di cucina autentica dove la freschezza dei prodotti offrono un'armonia straordinaria. 

Per assaporarne i piatti si prende l'autostrada uscendo a Badia e in una decina di minuti si arriva a Castiglione dei Pepoli, dove la vastità panoramica e naturalistica viene ammirata dall'alto. Un locale genuino e accogliente dagli arredi in legno e dai contesti montanari, galvanizzato da una luminosità appariscente derivata dalle grandi vetrate ma dove all'occhio balzano un'ammirevole enoteca, il legno, le corna di cervo, il caminetto rustico oltre a quegli aromi fumanti derivati dallo scorcio di cucina in cui con la coda dell'occhio è possibile sbirciare le appassionanti preparazioni di Lucia Antonelli. 

La cantina dei vini è legata al territorio: ricarichi onesti, lambruschi, sangiovese, chianti e Montepulciano tra le etichette preferite di una liason continua tra l'Emilia e la Toscana. Crostini con cinghiale, polpette piccanti, sformato di patate e porcini, ricotta al tartufo nero, insalate di ovuli o porcini a seconda della freschezza e i nostri ciacci con pecorino e noci, dalla freschezza micidiale e dalla piacevolezza memorabile. 

ciacci     sangiovese

 

La cucina di frontiera di cui Lucia racconta nel suo libro si tramanda nelle eccellenze del territorio di un menù attento ed estremamente invitante, uno stimolo a provare ma soprattutto a tornare. Tortellini in brodo, ravioli all'ortica con porcini, pappardelle al ragù di capriolo, tagliatelle al ragù o con i funghi dalla sfoglia elaborata, sottile ed elegante, il passatello asciutto con tartufo nero e il nostro doppio piatto del buon ricordo, il tortellino nella sua forma più spoglia e pura, rinvigorito (solamente) con un gioccio d'olio extravergine Franci (intenso ed elettrizzante) e una cialda gustosa di parmigiano : qui la perfezione è vicina, tra la struttura e la compostezza di un tortellino totalmente privo e dimenticato dalle numerose rivisitazioni ma dalla spontaneità e linearità sorprendenti. Le ceramiche sono maledettamente in ritardo, le tempistiche d'attesa si protraggono tra primo e secondo e il cestino del pane non può fare da tappabuchi, lasciandoci anzi alquanto perplessi.

L'Antonelli in cucina si fa portavoce delle tipicità e dei racconti del territorio, attraverso un lavoro sodo,una cucina ragionata, incontaminata  e affidabile, dalla massima sensibilità negli ingranaggi delle cotture e degli ingredienti. La gestione e il servizio continuano ad essere di mano familiare: in cucina viene aiutata e assistita dal figlio Lorenzo Mattei (attualmente alle prese con altre esperienze gastronomiche), in sala c'è il marito Guido, accogliente, spontaneo e rassicurante proprio come si faceva una volta. 

La cacciagione da queste parti continua ad essere un hobby quasi imprescindibile, in tavola poi non è mai una verifica così affrontabile : piccione, tagliata di manzo, finferli fritti, coniglio ripieno al forno, costoline d'agnello in scottadito, stinco alla birra. La nostra scelta ricade sulla spalla di cinghiale sfilacciata con giardiniera allo zenzero, cottura commendevole, consistenza morbida e facilmente approccabile, abbinabile con un vero e proprio tripudio di verdure freschissime di stagione e la succulenta patata al forno (la versione sana e misurata del pulled pork). I fegatelli di cinghiale nella rete mostrano una preparazione sensibile e premurosa, aspetto solido, sapori veri ed equilibrati (dove forse la polenta non svolge un ruolo tanto indispensabile). Carta dei dolci ammirevole,  e fedelissima alle tradizioni : torta di riso, zuppa inglese, creme brulé, sorbetto alla pesca, il budino di castagne e il nostro zuccotto di stracciatella e cioccolato fuso : squisitezza sovrana, cioccolato colante dal gusto perforante, pan di spagna soffice e  instancabile. Conto finale magnifico. 

 

spalla    zuccotto

La Taverna del Cacciatore è uno dei tesori dei boschi dell'appennino, un viaggio in cui l'Emilia e la Toscana si incontrano con un'armonia matrimoniale e spontanea, un contesto antico capace di vivere la quotidianità con disinvoltura. La cucina infonde radici storiche comprendendo i punti in cui mantenersi , come andare incontro alle nuove esigenze e come confidarsi alle nuove tecniche e tendenze. 

 

La Taverna del Cacciatore 
Unione Ristoranti del Buon Ricordo
Via Cavaniccie 6, Castiglione dei Pepoli (BO)

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