Sei qui: Gourmettoria Ottime cotture e grandi lievitazioni: il regno della felicità | Bottega Aleotti
un'idea di: Marco Salicini
Bottega Aleotti è gioia, piacere, gusto e passione. Componenti capaci di lodare ed entusiasmare il rito sacro e unico della convivialità a tavola. Questo grazie a Demis Aleotti, chef classe '74 dal sorriso contagioso, dalla positività unica e caratteristica. Dopo qualche esperienza nel bolognese, tra Alice da Oscar, Da Silvio e Da Fabio (classiconi, in cui probabilmente Aleotti ha custodito i valori del servizio) è rientrato nella sua Crevalcore dove ha mosso i primi passi nello straordinario mondo della cucina.
LOCALE E ACCOGLIENZA
Si respira un clima familiare, è come se lo chef ti invitasse a casa, mettendoti subito a tuo agio, viziandoti e trasmettendo a tutto l'adorabile servizio, il sorriso sulla faccia e l'allegria di lavorare per il cliente. Sala classica, calorosa, accogliente e luminosa, ideale per un bel pranzo domenicale in cui ci si rilassa e si viene coccolati e sorpresi dalle usanze e dalle particolarità dello chef. Un luogo cult per la grigia e abbacchiata Crevalcore, un raggio di sole essenziale (situato in pieno centro) per la cittadina che in macchina, impiega circa 45 minuti da Bologna.
MENU'
Nel menù ci si perde ed è meraviglioso farlo. Il palato tribola ad ogni lettura, la cucina tradizionale ripercorre gli atteggiamenti e gli abbinamenti più sfiziosi del territorio, impegnando le cotture con tempistiche importanti, pazienti e passionali dove c'è ampio spazio per le carni, per i primi piatti ma soprattutto anche per la lievitazione eccellente dell'ottimo cestino del pane (che presenta fragranze e morbidezze dalle boccate fameliche), dei dolci irrinunciabili e dei biscotti della casa serviti a fine cena.
Gli antipasti: dalla selezione attenta per la salumeria (stagionature di 24 e 33 mesi per i crudi di Langhirano con scaglie di parmigiano reggiano o la classica mortadella dell'associazione "Tourtlen") al flan di robiola romagnola con cavolo nero saltato e guanciale di mora romagnola. Il patè di fegatini di pollo con schiacciatina di patate e rosmarino non sbaglia un accenno, approcciando a meraviglia con gli aromi della croccante schiacciatina al rosmarino.
Primi piatti: la tradizione fa da padrona, c'è sempre la massima attenzione per la freschezza degli ingredienti, l'equilibrio del carboidrato e la giusta combinazione al condimento. Tortellini in brodo di cappone, tortelli di zucca con sugo di salsiccia di mora romagnola, il risotto carnaroli piemontese "acquerello" mantecato al mascarpone con nocciole tostate e briciole di prosciutto croccante, i rigatoni trafilati al bronzo cacio e pepe su crema di broccoli, gli gnocchi di castagne con ragù bianco di faraona e peperoni dolci croccanti. Il mio tortellone di ricotta fresca di caseificio burro fuso e salvia si distingue per la forma e l'impasto rispettabile, con ottime tonalità di freschezza e corposità garantite dal ripieno.
Secondi: le lunghe, armoniose e impegnative cotture delle carni emergono da una lista robusta e invitante. Il coniglio di porchetta alla Rossini con mele al porto e scaloppata di foie gras, la lingua di manzo ripassata in piastra con puré di patate e salsa verde tradizionale, la battuta di fassona "zivieri" con scaglie di formaggio stagionato e nelle foglie di castagno "occelli", oltre ai filetti e tagliate di controfiletto con verdure al forno e patate d'accompagnamento. Il vitello cotto a bassa temperatura con prosciutto di mora romagnola, fontina valdostana e cicoria saltata ha una preparazione eccellente e profonda, viene scintillato una volta servito dalla fiamma ossidrica: piatto completo e solido, dall'energia un po' calante. La pancia di maiale caramellata con zucca e castagne con grasso d'oca rovesciato al momento è una feroce graffiata di gusto, osmosi e penetrazioni : taglio stimolante, amalgama con la zucca dolce e appropriata, le tenere castagne vanno a compimento della goduria finale, attratta dalla vulcanica nube di fumo di faggio fugata all'arrivo.
Cromatismi tradizionali, presentazioni pirotecniche per impiattamenti classici dalla buona cucina. I dolci sono l'asso nella manica di Aleotti, che quando ha il tempo materiale per sfilare intorno alle tavolate (un momento lo trova sempre) si diverte a chiacchierare con il cliente, proponendo i suoi esilaranti marshmallows, sbruciacciati dal vivo.
La classica tenerina al cioccolato con mascarpone bianco della Valsamoggia, mousse, meringhe, spuma di nocciole piemontesi con crumble di mandorle e salsa di lamponi e altre delizie. La sfogliata di fillo alle mandorle con mele, cannella, uvetta, pinoli e sciroppo d'acero ricorda più un millefoglie che uno strudel, il ripieno invece ha sembianze altotesine, zuccherosità accurata, impasto di gradimento, ensemble piacevolmente bakery. Dopo mesi di languori e di grande attesa, ho la fortuna di togliermi uno sfizio e provare il caratteristico bombolone fresco dello chef, che ogni due week end (circa) sbandiera con orgoglio sui canali social. Lievitazione impegnativa, ripieno di crema (nocciola e cioccolato le altre due varianti) squisito, masticazione veloce e goduriosa.
Sul finale assieme a un'ampia selezione di zuccheri con il caffè, vengono serviti i biscottini caserecci del giorno. Carta dei vini ferrata sul nord Italia, ricarichi un po' alti ma livello distinto. Il mio Lagrein San Michele Appiano è forte, armonico, morbido dallo smalto rosso scuro e dagli aromi boscati, presenti senza essere travolgenti.
Il conto finale lascia soddisfatti. Bottega Aleotti è stare bene a tavola col sorriso, un'atmosfera tutt'altro che scontata da parte di una gestione che tratta la cucina e i propri clienti con un grande e sincero affetto.
BOTTEGA ALEOTTI
Via G.Paltrinieri 42, Crevalcore